translagorai - prologo

 

26/8/2024

quando il tempo prende sopravvento ed è il tuo primo trekking tosto nelle montagne italiane, a volte i piani cambiano. ma facciamo rewind un’attimo…

cominció tutto qualche mese fa, ad aprile di quest’anno (2024), dopo che un’amica mi disse che si sposava in agosto. dato che mi stavo perdendo uno dei mesi più belli per fare le escursioni in colorado (dove vivo tuttora), ci stava che cercavo di farne una in italia.

scrissi alla giuly, un’amica d’infanzia, avendo visto che negli ultimi anni si era data alla montagna. gli dissi che volevo fare un’escursione di “2-3 notti e difficoltà media in su (basta che non ci sia da fare arrampicata)”.  e che volevo farla in tenda, piuttosto che in bivacchi e rifugi.

mi rispose che il suo partner consigliava questo tratto chiamato la “translagorai”. un nome che non avevo mai sentito, ma che in poco tempo, prese ad occupare i miei pensieri per i mesi successivi.

e così cominciarono le ricerche! lessi gli articoli che mi aveva mandato la giuly e poi ne cercai altri, inzuffandomi di tutte le informazioni che potevo trovare: tramite video, podcast (non ce n’erano), blog, mappe e libri. 

dopo aver assorbito il più che potevo, mi resi conto che una parte di me stava cercando di capire al 100% cosa aspettarmi da questo sentiero. ce l’avrei fatta? era troppo difficile per me? com’erano veramente i tratti tecnici? 

domande normali, sane anche, da farsi prima di una nuova avventura. certe che, con viaggi come questi, rimangono naturalmente senza risposta. incomprensibili, finché i piedi non toccano quelle rocce, finché non ti trovi a quota 2000 da sola, circondata da mari di pietraie ed un brivido di paura ed entusiasmo che solo una catena montuosa così alta e solitaria può farti provare. 

la nebbia che salì quando arrivammò alle basse.

pur avendo fatto già 3 escursioni da sola e altre 6+ in gruppo, essendo che questa era la mia prima in italia, mi ritrovai con più dubbi e domande del solito, più indecisa e insicura sulle mie capacità. 

arrivata in italia, cercai ancora più informazioni. ne parlani ad infinito con mia sorella e lei scrisse ad un suo amico e collega di ballo che fa escursioni. fatalitá, aveva fatto la translagorai! e via di messaggi vocali, facendogli domande della sua esperienza. 

parlai con mio zio che caccia per capire un pò di più degli animali che vivevano nelle Lagorai. riuscii a trovare uno spray anti-orso (dato che avevo dovuto lasciare quello che ho in america a casa, perché non sono ammessi sull’aereo). 

con il meteo che peggiorava per il primo giorno, scrissi ad una mia amica in america, megan: affiatata di montagna e con molti più kilometri sotto i suoi piedi di me. “tu andresti con questo tempo?”

é facile capire adesso che stavo cercando un livello di sicurezza che con simili escursioni semplicemente non esistono, soprattutto in un post mai visitato prima. è importante per me condividere queste vicende mentali per far vedere che non tutti i sogni ed avventure cominciano di corsa. 

sono sempre i primi passi quelli più difficili. quelli un po titubanti, dove non sei ancora decisa al 100%, dove il dubbio é ancora sospeso tra battito e respiro (cit “sei nell’anima” di gianna nannini), dove il desiderio di tentare, sopraffà la sete di sapere.

fu cosi che lunedì 26 agosto mi ritrovai sul sentiero di panarotta, con mia sorella e i suoi 3 cani, dicendole che “in teoria” stavo cominciando la mia translagorai.

facemmo poco più di 3km insieme quando salì vento, nebbia, freddo, e dopo un pò di pioggia. il meteo prevedeva forti temporali già da un paio di giorni. quindi partire per un'escursione dove la maggior parte dei 74+ km sono sopra al livello degli alberi e allo scoperto, con un’allerta gialla per temporali, sembrava una cosa un po sciocca. 

mia sorella mi disse che mi avrebbe riportato il giorno dopo- un vero angioletto. e fu cosí che tornammo indietro, promettendomi che il giorno dopo sarei partita, anche se una parte di me non ne era del tutto convinta…

 
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